Se vuoi imparare a meditare,
devi concentrarti sul centro del tuo essere, senza pensieri, dimentico del
corpo e della mente, al di fuori del tempo e dello spazio.
In quel momento non sei
neppure te stesso, ma il tutto, l’essere universale.
È difficile? Dura solo un
istante?
La verità è che noi siamo
sempre, in ogni istante, il tutto, e che facciamo continuamente un grande sforzo
per non esserlo, per individuarci.
Questa è la tensione della
vita, la sofferenza (dukkha). Quando
siamo felici, dimentichiamo il nostro io, lo superiamo. Se invece vogliamo
essere un io, dobbiamo soffrire.
Mettere il tutto nell’io è
una fatica immane, che in effetti ci distrugge. È come mettere troppa aria in
un palloncino: il palloncino si tende sempre di più e, alla fine, scoppia.
Alla fine, scoppia. Ma non
succede niente di grave. L’aria compressa, finalmente, si libera.
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