domenica 23 agosto 2015

La vita dopo la morte

Talvolta apprendiamo di straordinarie esperienze di pre-morte, dove, in occasione di incidenti e di operazioni che portano in coma, qualcuno riferisce di essere passato attraverso un tunnel, di aver provato una grande leggerezza, un grande amore, di aver visto qualche figura religiosa o qualche familiare e di essere ritornato malvolentieri in questa vita.
Qualcuno descrive una specie di paradiso, qualcuno di una specie di inferno. Si vedono luci, si sentono suoni soprannaturali, ci si sposta col pensiero, si è dappertutto in un istante, si è felici o terrorizzati, ecc.
Ma non si tratta di novità. Se prendiamo per esempio il Libro tibetano dei morti abbiamo qualcosa del genere. Si dice che si vedranno luci e divinità, ora benefiche ora terrorizzanti, si sarà sette volte più intelligenti, ci si sposterà alla velocità della luce, si vedrà la terra ei suoi abitanti, si rivedrà la propria vita, si sarà attirati o respinti da certe esperienze e, alla fine, o ci si libererà definitivamente della terra o vi si ritornerà per un altro giro di giostra.
Ma anche certe esperienze di meditazione o di mistici descrivono esperienze simili. Grandi gioie, grandi terrori.
Quello che colpisce è che ognuno vede figure religiose della propria religione. Il cristiano vedrà la Madonna, Gesù o qualche suo santo prediletto; e l’induista o il buddhista vedra divinità della tradizione in cui credono.
Che cosa significa? Che esistono veri dei e vari aldilà?
Dobbiamo stare attenti: anche il Libro tibetano dei morti sottolinea che tutte queste divinità sono proiezioni della mente. E che alla fine noi vediamo ciò in cui crediamo.
Dal punto di vista teorico, potremmo dire che, quando lo spirito si separa dal corpo, assume un “corpo sottile” che è molto più veloce e cangiante. In realtà è un corpo spirituale in cui ogni pensiero si realizza immediatamente. Se io penso a un santo, vedo quel santo; se io penso a un familiare morto, vedo quel familiare. Se penso alla Luna, mi ci trovo subito; se penso al mio paesello, mi ci trasferisco subito. Così come succede in certi sogni.
L’elemento determinante sembra essere la mente, che privata dell’ancoraggio ad un corpo e ad una realtà concreta, crea istantaneamente ciò in cui crede, ciò a cui pensa, ciò a cui crede.
Se su questa terra lo spirito è gravato da un corpo e da un mondo che impone comunque le proprie leggi e limitazioni, dopo la morte potrà spostarsi dove vuole ed essere ciò che vuole.
Questa è una grande opportunità, ma anche un grande pericolo. Perché saranno i nostri pensieri e i nostri desideri a trascinarci e a modellare la realtà. Non ci sarà più una realtà oggettiva cui riferirsi. E noi saremo veramente i creatori del nostro destino.
Ecco perché è importante capire fin da adesso che cosa vogliamo e che cosa crediamo.

Avremo ciò che più desideriamo, realizzeremo le condizioni cui aspiriamo. Saremo prigionieri delle nostre credenze o saremo liberi. Tutto dipenderà dal grado di consapevolezza raggiunto già su questa terra.

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