Talvolta apprendiamo di
straordinarie esperienze di pre-morte, dove, in occasione di incidenti e di
operazioni che portano in coma, qualcuno riferisce di essere passato attraverso
un tunnel, di aver provato una grande leggerezza, un grande amore, di aver
visto qualche figura religiosa o qualche familiare e di essere ritornato
malvolentieri in questa vita.
Qualcuno descrive una specie
di paradiso, qualcuno di una specie di inferno. Si vedono luci, si sentono
suoni soprannaturali, ci si sposta col pensiero, si è dappertutto in un
istante, si è felici o terrorizzati, ecc.
Ma non si tratta di novità.
Se prendiamo per esempio il Libro tibetano
dei morti abbiamo qualcosa del genere. Si dice che si vedranno luci e
divinità, ora benefiche ora terrorizzanti, si sarà sette volte più
intelligenti, ci si sposterà alla velocità della luce, si vedrà la terra ei
suoi abitanti, si rivedrà la propria vita, si sarà attirati o respinti da certe
esperienze e, alla fine, o ci si libererà definitivamente della terra o vi si
ritornerà per un altro giro di giostra.
Ma anche certe esperienze di
meditazione o di mistici descrivono esperienze simili. Grandi gioie, grandi
terrori.
Quello che colpisce è che
ognuno vede figure religiose della propria religione. Il cristiano vedrà la
Madonna, Gesù o qualche suo santo prediletto; e l’induista o il buddhista vedra
divinità della tradizione in cui credono.
Che cosa significa? Che
esistono veri dei e vari aldilà?
Dobbiamo stare attenti:
anche il Libro tibetano dei morti
sottolinea che tutte queste divinità sono proiezioni della mente. E che alla
fine noi vediamo ciò in cui crediamo.
Dal punto di vista teorico,
potremmo dire che, quando lo spirito si separa dal corpo, assume un “corpo
sottile” che è molto più veloce e cangiante. In realtà è un corpo spirituale in
cui ogni pensiero si realizza immediatamente. Se io penso a un santo, vedo quel
santo; se io penso a un familiare morto, vedo quel familiare. Se penso alla
Luna, mi ci trovo subito; se penso al mio paesello, mi ci trasferisco subito.
Così come succede in certi sogni.
L’elemento determinante
sembra essere la mente, che privata dell’ancoraggio ad un corpo e ad una realtà
concreta, crea istantaneamente ciò in cui crede, ciò a cui pensa, ciò a cui
crede.
Se su questa terra lo
spirito è gravato da un corpo e da un mondo che impone comunque le proprie
leggi e limitazioni, dopo la morte potrà spostarsi dove vuole ed essere ciò che
vuole.
Questa è una grande
opportunità, ma anche un grande pericolo. Perché saranno i nostri pensieri e i
nostri desideri a trascinarci e a modellare la realtà. Non ci sarà più una
realtà oggettiva cui riferirsi. E noi
saremo veramente i creatori del nostro destino.
Ecco perché è importante
capire fin da adesso che cosa vogliamo e che cosa crediamo.
Avremo ciò che più
desideriamo, realizzeremo le condizioni cui aspiriamo. Saremo prigionieri delle
nostre credenze o saremo liberi. Tutto dipenderà dal grado di consapevolezza
raggiunto già su questa terra.
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