domenica 2 agosto 2015

Caos e cosmos

L’universo nasce da caos e violenza, forma un ordine (cosmos) per qualche tempo e poi ripiomba nel caos e nella violenza.
Noi ci troviamo come su un’isoletta temporanea che sarà comunque, prima o poi, travolta dai frutti. Dovremmo lavorare tutti insieme per migliorare l’isoletta e per cercarne un’altra, magari più grande e più sicura. Invece, combattiamo fra di noi, come naufraghi a bordo di una zattera che lottano per eliminare i più deboli e per impadronirsi delle loro risorse.
Credere in un Dio protettore è un diversivo che ritarda la presa di coscienza della nostra precarietà.
Gli uomini devono diventare consapevoli che devono contare solo sulle proprie forze e che non c’è nessuna Provvidenza che pensi alla loro salvezza. Il giorno in cui si avvicinasse un meteorite che avesse la capacità di cambiare in modo apocalittico il clima della Terra (così come è già successo in passato) non ci sarebbe nessun Dio a deviarne il corso.
Ci salveremo se provvederemo per tempo, non se continueremo a pregare qualche divinità e ad aspettarci un intervento dall’alto.
L’intervento c’è stato all’origine dei tempi. Da quel momento, tutto è in mano a chi si trova preso in mezzo.

È proprio la fede in un Dio protettore, in un Dio che vede e provvede, che rallenta l’evoluzione dell’uomo, la sua presa di coscienza che è solo e che può contare soltanto su se stesso. Siamo tutti naufraghi nel mare dell'universo. 

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