Dunque, nella basilica romana
che aveva rifiutato i funerali religiosi al povero Welby, colpevole agli occhi
della Chiesa di aver voluto abbreviare le proprie sofferenze, di aver voluto
decidere di testa propria (l’unico organo che ancora gli funzionava in un corpo
morto), di non aver voluto sottostare al sadismo religioso, di essersi
ribellato alla presunta volontà divina, si sono celebrati i funerali di un boss
mafioso, con tanto di pacchiane immagini sacre, un cocchio trainato da sei
coppie di cavalli, petali di rose lanciati da un elicottero, prefiche pagate
che si strappavano le vesti, la musica del Padrino e, naturalmente, la
benedizione del prete.
Complimenti. Ogni volta che
parliamo male della Chiesa, denunciando le sue aberrazioni, capita qualcosa che
è ancora peggio, superando ogni fantasia.
Non c’è limite al marciume
del cattolicesimo. È ancora la vecchia religione del potere, dei soldi, della
mafia e dei don Abbondio.
La stessa che vediamo
rifulgere nel solito convegno affaristico-religioso, a Rimini, di Comunione e
Liberazione, che qualcuno ha ribattezzato Comunione e Fatturazione.
Nonostante Francesco, c’è
poco da rinnovare. È sempre la stessa musica, corrotta moralmente.
E la cosa assurda è che
questa gente vorrebbe fare la morale ali altri.
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