lunedì 13 luglio 2015

Storie di ordinaria follia

In questa estate soffocante, basta poco per far esplodere la follia che cova in fondo a molte persone. Basta una lite stradale, uno sgarbo, una parola mal detta, un vicino maleducato, ecc. e qualcuno prende la pistola e fa una strage.
Tra crisi economica, crisi climatica, crisi politica e crisi personali, la gente impazzisce per un nonnulla – ma, evidentemente, era la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Certo, ci sono situazioni che ci esasperano, ed è facile perdere il controllo… a meno che non ci si sia addestrati, primo, a riconoscere i nostri impulsi e, secondo, ad auto-controllarci. Se la meditazione non servisse ad altro, queste due semplici tecniche ne giustificherebbero la pratica. Aggiungiamo l’attenzione a sé e agli altri.
Noi non parliamo di santi, di resurrezioni, di salvatori, di chiese, di sacrifici e di croci… Ne parlano da secoli e non sono serviti a niente, perché lasciano la natura umana così com’è.
Noi parliamo di metodi per conoscere se stessi e per sapersi controllare. L’abitudine a riconoscere i propri sentimenti, le proprie reazioni e i propri impulsi è molto più importante di qualsiasi preghiera. E l’abitudine a fare qualche respiro profondo, prima di agire e stare attenti a ciò che passa dentro di sé e dentro gli altri, è un vero toccasana.

Basta poco. Ma ci vuole un’educazione e una pratica che andrebbero insegnate fin da bambini.

Nessun commento:

Posta un commento