In questa estate soffocante,
basta poco per far esplodere la follia che cova in fondo a molte persone. Basta
una lite stradale, uno sgarbo, una parola mal detta, un vicino maleducato, ecc.
e qualcuno prende la pistola e fa una strage.
Tra crisi economica, crisi
climatica, crisi politica e crisi personali, la gente impazzisce per un
nonnulla – ma, evidentemente, era la fatidica goccia che ha fatto traboccare il
vaso.
Certo, ci sono situazioni
che ci esasperano, ed è facile perdere il controllo… a meno che non ci si sia
addestrati, primo, a riconoscere i nostri impulsi e, secondo, ad auto-controllarci.
Se la meditazione non servisse ad altro, queste due semplici tecniche ne
giustificherebbero la pratica. Aggiungiamo l’attenzione a sé e agli altri.
Noi non parliamo di santi,
di resurrezioni, di salvatori, di chiese, di sacrifici e di croci… Ne parlano
da secoli e non sono serviti a niente, perché lasciano la natura umana così com’è.
Noi parliamo di metodi per
conoscere se stessi e per sapersi controllare. L’abitudine a riconoscere i
propri sentimenti, le proprie reazioni e i propri impulsi è molto più
importante di qualsiasi preghiera. E l’abitudine a fare qualche respiro
profondo, prima di agire e stare attenti a ciò che passa dentro di sé e dentro gli
altri, è un vero toccasana.
Basta poco. Ma ci vuole un’educazione
e una pratica che andrebbero insegnate fin da bambini.
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