Se mantieni la calma, allora
hai già vinto – non per l’effettiva vittoria in ciò che stai facendo, ma
perché, anche se perderai, non avrai perso la cosa più importante: il tuo
essere presente a te stesso, la tua dignità.
Se mantieni la calma nei
peggiori momenti di ira, di confusione e di agitazione, quando tutti corrono
impazziti, allora avrai vinto te stesso.
Tutto si può fare con calma,
tutte le prove più difficili della vita, anche quell’ultima grande prova che è
la morte.
Infuriarsi, farsi prendere
dall’ira, dall’agitazione e dal panico significa uscire da sé, smettere di
essere se stessi per diventare un fuscello sbattuto qua e là dal vento, in
preda a forze istintuali o naturali. E quindi perdersi.
Mantenere la calma - che non
è una virtù divina, ma ultradivina, post-divina - non significa non avere reazioni,
ma incanalare l’energia nella direzione necessaria alla soluzione del problema
che ha provocato la crisi. Dunque, significa diventare più lucidi, più rapidi,
più efficaci.
Il samurai sa quando deve
riposare ed accumulare energia, e quando deve scatenare la sua forza, non in un
impulso d’ira, ma in una liberazione dell’energia ormai incanalata e diretta in
modo sapiente sull’obiettivo giusto.
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