Come ho detto prima, staccarsi
da sé, dalle proprie paure, dai drammi personali, ed imparare a non essere solo
protagonisti, ma anche spettatori, è questo che può fare dell’uomo la forza
vincente della natura, l’ “erede delle cose divine”, il nuovo testimone in base
al quale cambierà la disposizione del mondo.
Il testimone infatti, la
presenza consapevole, è ciò che determina da una parte il soggetto e dall’altra
l’oggetto. Ma per ora l’uomo è stato solo un figlio in balia di forze
superiori, una vittima, un infante irresponsabile. Come succede nella crescita
naturale, bisogna staccarsi dal padre e assumere su di sé questa funzione.
In tal senso, le fedi
tradizionali nel Dio Padre sono deleterie: ancorano l’uomo ad una posizione
filiale, anzi servile, e gli impediscono di assumere su di sé la responsabilità
dello sviluppo del mondo.
L’uomo, dopo essere stato il
prodotto dell’evoluzione, deve prendere in mano l’evoluzione. E questo può
farlo se abbandona le vecchie credenze nella Provvidenza divina e capisce che
può contare solo sulle proprie forze. Deve operare una conversione dalle
energie esterne alle energie interne. Cambiare se stesso per cambiare il mondo.
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