Siamo abituati a basarci
sulle esperienze del passato come criterio di accertamento. Ma anche le
esperienze devono essere superate e rinnovate. Quindi, più che sulle
esperienze, dobbiamo basarci su nuove sperimentazioni. Non basta riformare il
vecchio, dobbiamo ridefinirlo.
Noi siamo convinti di tante
cose, che in realtà sono solo apparenze o addirittura false esperienze. Tutti per
esempio erano convinti che il sole girasse intorno alla Terra, finché…
Analogamente, tutti siamo
convinti di essere un io separato e delimitato. Ma in realtà tutto ciò che
percepiamo, sentiamo e conosciamo, è una nostra sensazione, non qualcosa di
esterno. Il tavolo fa parte di noi, esattamente come la luna. Sono tutte nostre
sensazioni. Siamo noi che distinguiamo concettualmente un dentro da un fuori,
un io da un non-io, un sé dalla materia, noi dal mondo.
Dobbiamo invece renderci
conto che queste distinzioni sono semplici definizioni mentali e che tutto che sperimentiamo
è una nostra esperienza, non qualcosa messo là fuori. Il tavolo è dentro di me,
è me; così come la luna e la volta stellata.
Non c’è limite a questo mio “me”.
Io sono tutto. È a questa
nuova consapevolezza che dobbiamo arrivare. Dobbiamo cambiare anche le vecchie
esperienze. E risvegliarci al nuovo universo, tutto permeato di una stessa “sostanza”,
quella di cui siamo fatti anche noi.
Tutto è presenza consapevole.
Non esiste nessun soggetto distinto dagli oggetti. Tutto è un unico soggetto. E
noi lo siamo.
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