Quando guardiamo un film, sappiamo
benissimo che si tratta di semplici ombre su uno schermo. Ma questo non
significa che un film sia uguale all’altro e che non ce ne siano di migliori.
Analogamente, sappiamo tutti
che un sogno non è qualcosa di reale: immagini prodotte dalla nostra mente. Ma
questo non significa che un sogno sia uguale all’altro e che non ce ne siano di
migliori e peggiori: un bel sogno e un incubo sono molto differenti e
influenzano positivamente o negativamente la nostra psiche.
Questo per dire, anche nella
dimensione delle immagini, dei sogni, delle fantasie, dei pensieri e delle
apparenze più o meno vuote, si può fare un’enorme differenza. Pur restando
consapevoli che il nostro mondo è una proiezione di immagini poco consistenti,
dobbiamo impegnarci per renderle il più possibile piacevoli.
Nella tradizione del Vedanta,
non si è trovata migliore parola di “gioco” per definire questa apparizione di
immagini che costituisce il nostro mondo. Lila,
il “gioco di Dio”. Che potrebbe rimanere tutto in se stesso, ma che preferisce
moltiplicarsi in un numero infinito di immagini.
C’è dunque molto da fare per
rendere le immagini più spiacevoli e nere immagini piacevoli e luminose.
sono pienamente d'accordo con questo punto di vista, ho scritto un racconto in merito, il cui titolo, guarda caso è proprio Lila, il gioco di Dio, ora però, devo trovare dov'è la macchina da presa. E qui non si tratta semplicemente di scrivere... grazie per lo spunto
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