Diciamo la verità. Noi in Dio cerchiamo soprattutto un protettore,
qualcuno cui appellarci quando le cose ci vanno male.
Ma è proprio questo tipo di Dio che è fallito. Gli ebrei descrivevano nelle
loro Scritture Sacre un Dio che interveniva nei momenti critici, che li aiutava
e che comandava perfino gli eserciti. Dove è finito Jahvè? Si è perso nella
diaspora e nei campi di sterminio.
E il nostro Dio cristiano? Anche lui era venuto ad aiutare gli uomini.
Un grande evento: Dio che si fa uomo. Ma a far che? Con quali effetti concreti?
Nessuno si è accorto di niente, tranne che è nata una religione. Il mondo
arranca come sempre tra guerre, epidemie e catastrofi. A.C. o d.C. non è
cambiato niente.
Non parliamo del Dio dei musulmani, di quell’Allah che è in bocca a
tutti i terroristi.
Questo è il fallimento di Dio, questa la sua inutilità. Questa la causa
della perdita della fede.
Ma c’era una possibilità che gli interventi divini servissero a
qualcosa?
No, perché il modello stesso della creazione era bacato.
I preti hanno ributtato sulle spalle degli uomini la responsabilità del
fallimento e lo hanno chiamato “peccato universale”.
Ma si tratta, non di un difetto dell’uomo, bensì di un difetto di
fabbricazione, di un difetto del costruttore stesso. Se un ingegnere costruisce
un palazzo in base a calcoli sbagliati o in preda ad una crisi etilica, il
palazzo prima o poi crollerà. E così noi perderemo la casa non per colpa
nostra, ma perché ci siamo fidati della persona sbagliata.
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