I fanatici sono tutti uguali. Sono di un’ignoranza crassa, non hanno un
minimo di autocoscienza, e, non appena trovano una causa che li accende, vi si
buttano anima e corpo. Ne è un esempio Maria Giulia, detta Fatima, la
napoletana scappata in Siria per arruolarsi nelle file dell’Isis. Senza un
attimo di esitazione, trascinata dal marito albanese, ha indossato il nijab e
si è messa a spalleggiare i terroristi.
Ma il guaio è che il fanatico, con la sua fede nuova di zecca, vuol
trascinare gli altri: vuole convincere gli altri per convincere se stesso. In
questo caso, la neoterrorista ha cercato di coinvolgere i genitori, che
spiccano anche loro per mancanza di senso critico (dev’essere una
caratteristica della famiglia) e sono finiti in galera. I poveri vecchietti avrebbero
dovuto lasciare tutto e partire per la Siria… non si sa bene a far che cosa.
E avrebbero dovuto abbandonare perfino il gatto.
Quanti ne vediamo di fanatici del genere. Per loro qualsiasi causa va
bene, dal calcio alla politica e alla religione. Per prima cosa si camuffano con le nuove vesti del ruolo. Poi adottano il vocabolarietto della fede che è
stata inculcata loro. E infine si trasformano, a loro volta, in missionari.
Dalle piccole sette alle grandi religioni, un’umanità intellettualmente povera,
psicologicamente fragile e desiderosa di consacrarsi a qualsiasi ideale, è
disponibile ad essere arruolata dal primo mestatore.
Non hanno un dubbio in testa. Non possono convivere con l’incertezza. Devono
avere una fede.
Così nascono tutte le religioni.
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