Logos
e caos, ordine e disordine sono la logica entro cui si evolve il mondo. Bene e
male sono le due facce di una stessa medaglia: come non vederlo? Non c'è bene
dal quale non nasca male e non c'è male dal quale non nasca bene.
Non si può ingenuamente credere che alla
fine il bene trionferà sul male. Il processo, la dinamica, il motore del cosmo
è come un pendolo: se va a sinistra è perché dopo andrà a destra, e viceversa.
Ma non possiamo fermare il pendolo o farlo pendere solo a sinistra o a destra,
come ci piace.
Non si tratta di essere seguaci di
Nietzsche o di Lao-tzu. Si tratta di guardare in faccia la realtà.
Il problema è che, con al nostra mente
dualistica, non abbiamo la capacità di esprimere la complementarità degli
opposti. Dovremmo dire il bene-male o l'amore-odio.
Nelle nostre società, noi dobbiamo perseguire
il cosiddetto bene, ma non ci dobbiamo illudere che sia definito in maniera
incontrovertibile e che possa vincere. Non può vincere... pena la distruzione
del mondo. Il bene non trionferà mai. Però consoliamoci: nemmeno il male. Se si
persegue uno, si persegue anche l'altro.
Questa è la dinamica voluta da ciò che ha
costituito il cosmo. In Oriente, nell'induismo, si parla di "gioco di
Dio", lila.
Il gioco terminerà solo con la fine
dell'Universo.
Non c'è bisogno di fondare nessuna etica.
L'etica è già fondata di per sé, ma è ambigua, ambivalente, instabile,
dinamica, come tutto su questa Terra. In un mondo in cui per vivere bisogna
uccidere altri esseri viventi, è un’etica poco etica, non moralistica.
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