Ormai i Papi moderni interpretano la loro missione come se fossero
delle rock-star: tutti i giorni in televisione e sui mass media, sperando che
molti parlino di loro e facciano aumentare l'audience. Vedrete che prima o poi
li vedremo in qualche trasmissione di talent.
Papa Francesco si
distingue per voler parlare con tutti, per voler coinvolgere tutti, per cercare
ogni via di comunicazione. Tra le altre cose, rispose alle domande del
giornalista Eugenio Scalfari, il quale si era molto preoccupato, come tutti i
laici poco convinti, se Dio perdonasse chi non crede in Gesù. E Papa Francesco
lo rassicurò: chi non crede a Gesù, ma segue la propria coscienza, sarà
perdonato. Bontà sua. Peccato che Papi precedenti avessero condannato proprio
la libertà di coscienza e avessero ribadito che solo la loro autorità è fonte
di verità. Sempre modesti.
Il cosiddetto dialogo
con i non credenti è in realtà un dialogo tra sordi, perché ognuno resta della
propria opinione. Ma resta il fatto che viene presentato come una concessione
di chi ha "il dono di seguire Gesù nella fede". Se proprio non ce la
fate, dice il Papa, seguite la vostra coscienza.
Io la seguo. E mi dice
che quello di Gesù è soltanto un mito sapientemente artefatto e che
"Dio" risiede in tutti e in tutte le cose, e che non ha bisogno di
reincarnarsi una seconda volta, in un solo uomo per di più. L'universo è
l'incarnazione di questo Dio. Che bisogno c'è di reincarnarsi di nuovo in un
individuo?
Ma questo è l'annuncio
centrale del cristianesimo. Dio si è incarnato una volta in un uomo.
Affermazione stramba. Come se non fosse già incarnato negli altri uomini, oltre
che nelle formiche, negli alberi e nelle gocce d'acqua.
Grandezza e miseria
del cristianesimo. Sì, perché ridurre Dio a uomo è una diminuzione, è un
rimpicciolimento, una limitazione. La Trascendenza che si riduce a uomo. Come
fa a starci dentro?
Il paradosso del
cristianesimo è tutto qui. Avere il coraggio di unire l'Infinito con il finito
e arrivare a dire che Dio è stato in un uomo, un singolo uomo. Che la verità è
un uomo. Questo porta a contraddizioni senza fine. Per esempio, il Dio-Uomo
muore, però devo risorgere - se no, che Dio è?
In tal senso il
cristianesimo è figlio del giudaismo da una parte e delle religioni pagane
dall'altra. Il giudaismo aveva già ridotto a una macchietta semi-umana Dio,
presentandolo come una Persona che si arrabbia, ama, odia, compie ingiustizie,
guida guerre, passeggia nervosamente e interviene a stringere all'alleanze che
puntualmente falliscono. Ma un giorno manderà su questa Terra un suo Inviato,
un Messia, che potrà essere o un Monarca trionfante o un Servo sofferente, come
appunto Gesù. Gli ebrei, però, hanno avuto il buon senso di non riconoscere in
Gesù questo Messia e, prudentemente, lo aspettano ancora. Un giorno giungerà...
Quanto alle religioni
pagane, avevano già annunciato incarnazioni divine e avevano concepito storie
in cui gli dei scendevano direttamente sulla Terra a compiere varie malefatte,
compresa la messa incinta di vergini (un vecchio vizio). Lo stesso altre
religioni in altre parti del mondo: Krishna cos'è se non un Dio incarnato? E
anche il nome ricorda quello di Cristo. Esiste addirittura una leggenda secondo
cui Gesù non sarebbe morto sulla croce, ma si sarebbe nascosto in India. E se
andate in India, troverete la "tomba di Gesù".
Oggi è di moda dire
che Gesù lo si conosce in un incontro diretto. "Ho incontrato Gesù."
Ma non si può incontrare un uomo morto duemila anni fa. Ciò che si incontra è
un'immagine di Gesù veicolata da altri uomini e da altre organizzazioni
religiose, ognuna con la propria personale interpretazione. Dunque, s'incontra
non un uomo, ma un'idea della mente.
Oltretutto, la realtà
storica di Gesù non è mai stata provata: non esistono testimoni storici suoi
contemporanei. Lo stesso san Paolo non aveva conosciuto Gesù di persona. In
ogni caso, è certo che i Vangeli veicolano, accanto a temi che potrebbero
essere storici, altri che sono certamente mitologici, come certi miracoli.
Camminare sulle acque, sedare le tempeste, resuscitare i morti, dare la vista
ai ciechi..? Queste storie simili si trovano in tutte le mitologie. Perfino
nella Bibbia troviamo presunte resurrezioni ad opera di profeti.
Non si può escludere
che l'intera storia di Gesù sia un parto letterario. Gli Esseni, per esempio,
tratteggiavano un "maestro di giustizia" molto simile a Gesù. Non ci
dimentichiamo che certi personaggi letterari diventano ancora più
"reali" degli uomini veri, come se fossero vissuti.
Gesù era un guaritore
che usava i metodi dei guaritori del tempo: la saliva, l'imposizione delle
mani, le preghiere, ecc. E, come rivelano gli stessi Vangeli, non sempre
riusciva a "fare il miracolo". Molto dipendeva dalla fede, cioè dalla
suggestione collettiva di chi gli stava intorno. Un giorno fuggì da un posto
senza poter fare miracoli e prodigi perché la gente non lo voleva e non gli
credeva.
Il telogo Vito Mancuso
dice che la verità non né una dottrina né un dogma, ma una relazione. Tuttavia
l'espressione è ambigua. Dalle relazioni umane nascono sia verità sia falsità.
Non basta che un gruppo di persone si metta insieme per stabilire che quello in
cui credono sia vero. Ci vuole ben altro. Milioni di persone hanno credute e
credono in verità fasulle, in favole e falsità. Non basta la "relazione",
ci vuole una conferma reale, storica, condivisa da tutti e verificata nella
vita di tutti giorni. E questo non è il caso del cristianesimo, né di altre
religioni.
Che ogni cosa sia
interdipendente, questa è una verità palese e verificabile. Tutto nasce da relazioni,
da una rete che avvolge tutti. Ma questo punta più a un Dio-Tutto che a un Dio
come Singolarità, ad un Dio del Relativismo che a un Dio Assoluto (Ab-solutus),
ad un Dio del Divenire che ad un Dio dell'Essere Statico, ad un Dio
dell'Evoluzione che ad un Dio dei dogmi.
Il concetto di Trinità
è ben poca cosa. Perché solo tre e non tutti?
E, comunque, non ci si
può mettere a parlare della verità partendo da una sola fede. Nessuna religione
include tutto. Ma bisognerebbe prima esaminare tutte le altre religioni, alcune
delle quali sono certamente più elevate del cristianesimo e rispettano
maggiormente la Trascendenza senza ridurla a dimensione terrestre; e,
soprattutto, vedono chiaramente i limiti della mente umana quando cerca di
conoscere Dio.
Manca nelle religioni
una presa di coscienza del fatto che esse sono sistemi simbolici e metaforici
di valori, di credenze e di pratiche. Manca la consapevolezza che sono
condizionate. Per esempio, il cristianesimo è certamente una metafora del
rapporto figlio-padre e dell'uomo come figlio di Dio al tempo in cui è nato,
duemila anni fa. Ma, nel frattempo, questa relazione è cambiata.
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