venerdì 2 agosto 2019

Il mito di Gesù


Ormai i Papi moderni interpretano la loro missione come se fossero delle rock-star: tutti i giorni in televisione e sui mass media, sperando che molti parlino di loro e facciano aumentare l'audience. Vedrete che prima o poi li vedremo in qualche trasmissione di talent.
       Papa Francesco si distingue per voler parlare con tutti, per voler coinvolgere tutti, per cercare ogni via di comunicazione. Tra le altre cose, rispose alle domande del giornalista Eugenio Scalfari, il quale si era molto preoccupato, come tutti i laici poco convinti, se Dio perdonasse chi non crede in Gesù. E Papa Francesco lo rassicurò: chi non crede a Gesù, ma segue la propria coscienza, sarà perdonato. Bontà sua. Peccato che Papi precedenti avessero condannato proprio la libertà di coscienza e avessero ribadito che solo la loro autorità è fonte di verità. Sempre modesti.
       Il cosiddetto dialogo con i non credenti è in realtà un dialogo tra sordi, perché ognuno resta della propria opinione. Ma resta il fatto che viene presentato come una concessione di chi ha "il dono di seguire Gesù nella fede". Se proprio non ce la fate, dice il Papa, seguite la vostra coscienza.
       Io la seguo. E mi dice che quello di Gesù è soltanto un mito sapientemente artefatto e che "Dio" risiede in tutti e in tutte le cose, e che non ha bisogno di reincarnarsi una seconda volta, in un solo uomo per di più. L'universo è l'incarnazione di questo Dio. Che bisogno c'è di reincarnarsi di nuovo in un individuo?
       Ma questo è l'annuncio centrale del cristianesimo. Dio si è incarnato una volta in un uomo. Affermazione stramba. Come se non fosse già incarnato negli altri uomini, oltre che nelle formiche, negli alberi e nelle gocce d'acqua.
       Grandezza e miseria del cristianesimo. Sì, perché ridurre Dio a uomo è una diminuzione, è un rimpicciolimento, una limitazione. La Trascendenza che si riduce a uomo. Come fa a starci dentro?
       Il paradosso del cristianesimo è tutto qui. Avere il coraggio di unire l'Infinito con il finito e arrivare a dire che Dio è stato in un uomo, un singolo uomo. Che la verità è un uomo. Questo porta a contraddizioni senza fine. Per esempio, il Dio-Uomo muore, però devo risorgere - se no, che Dio è?
       In tal senso il cristianesimo è figlio del giudaismo da una parte e delle religioni pagane dall'altra. Il giudaismo aveva già ridotto a una macchietta semi-umana Dio, presentandolo come una Persona che si arrabbia, ama, odia, compie ingiustizie, guida guerre, passeggia nervosamente e interviene a stringere all'alleanze che puntualmente falliscono. Ma un giorno manderà su questa Terra un suo Inviato, un Messia, che potrà essere o un Monarca trionfante o un Servo sofferente, come appunto Gesù. Gli ebrei, però, hanno avuto il buon senso di non riconoscere in Gesù questo Messia e, prudentemente, lo aspettano ancora. Un giorno giungerà...
       Quanto alle religioni pagane, avevano già annunciato incarnazioni divine e avevano concepito storie in cui gli dei scendevano direttamente sulla Terra a compiere varie malefatte, compresa la messa incinta di vergini (un vecchio vizio). Lo stesso altre religioni in altre parti del mondo: Krishna cos'è se non un Dio incarnato? E anche il nome ricorda quello di Cristo. Esiste addirittura una leggenda secondo cui Gesù non sarebbe morto sulla croce, ma si sarebbe nascosto in India. E se andate in India, troverete la "tomba di Gesù".
       Oggi è di moda dire che Gesù lo si conosce in un incontro diretto. "Ho incontrato Gesù." Ma non si può incontrare un uomo morto duemila anni fa. Ciò che si incontra è un'immagine di Gesù veicolata da altri uomini e da altre organizzazioni religiose, ognuna con la propria personale interpretazione. Dunque, s'incontra non un uomo, ma un'idea della mente.
       Oltretutto, la realtà storica di Gesù non è mai stata provata: non esistono testimoni storici suoi contemporanei. Lo stesso san Paolo non aveva conosciuto Gesù di persona. In ogni caso, è certo che i Vangeli veicolano, accanto a temi che potrebbero essere storici, altri che sono certamente mitologici, come certi miracoli. Camminare sulle acque, sedare le tempeste, resuscitare i morti, dare la vista ai ciechi..? Queste storie simili si trovano in tutte le mitologie. Perfino nella Bibbia troviamo presunte resurrezioni ad opera di profeti.
       Non si può escludere che l'intera storia di Gesù sia un parto letterario. Gli Esseni, per esempio, tratteggiavano un "maestro di giustizia" molto simile a Gesù. Non ci dimentichiamo che certi personaggi letterari diventano ancora più "reali" degli uomini veri, come se fossero vissuti.
       Gesù era un guaritore che usava i metodi dei guaritori del tempo: la saliva, l'imposizione delle mani, le preghiere, ecc. E, come rivelano gli stessi Vangeli, non sempre riusciva a "fare il miracolo". Molto dipendeva dalla fede, cioè dalla suggestione collettiva di chi gli stava intorno. Un giorno fuggì da un posto senza poter fare miracoli e prodigi perché la gente non lo voleva e non gli credeva.
       Il telogo Vito Mancuso dice che la verità non né una dottrina né un dogma, ma una relazione. Tuttavia l'espressione è ambigua. Dalle relazioni umane nascono sia verità sia falsità. Non basta che un gruppo di persone si metta insieme per stabilire che quello in cui credono sia vero. Ci vuole ben altro. Milioni di persone hanno credute e credono in verità fasulle, in favole e falsità. Non basta la "relazione", ci vuole una conferma reale, storica, condivisa da tutti e verificata nella vita di tutti giorni. E questo non è il caso del cristianesimo, né di altre religioni.
       Che ogni cosa sia interdipendente, questa è una verità palese e verificabile. Tutto nasce da relazioni, da una rete che avvolge tutti. Ma questo punta più a un Dio-Tutto che a un Dio come Singolarità, ad un Dio del Relativismo che a un Dio Assoluto (Ab-solutus), ad un Dio del Divenire che ad un Dio dell'Essere Statico, ad un Dio dell'Evoluzione che ad un Dio dei dogmi.
       Il concetto di Trinità è ben poca cosa. Perché solo tre e non tutti?
       E, comunque, non ci si può mettere a parlare della verità partendo da una sola fede. Nessuna religione include tutto. Ma bisognerebbe prima esaminare tutte le altre religioni, alcune delle quali sono certamente più elevate del cristianesimo e rispettano maggiormente la Trascendenza senza ridurla a dimensione terrestre; e, soprattutto, vedono chiaramente i limiti della mente umana quando cerca di conoscere Dio.
       Manca nelle religioni una presa di coscienza del fatto che esse sono sistemi simbolici e metaforici di valori, di credenze e di pratiche. Manca la consapevolezza che sono condizionate. Per esempio, il cristianesimo è certamente una metafora del rapporto figlio-padre e dell'uomo come figlio di Dio al tempo in cui è nato, duemila anni fa. Ma, nel frattempo, questa relazione è cambiata.

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