Sappiamo che storicamente la filosofia
nasce come critica al pensiero mitico e alle credenze basate sulla sola fede.
Si tratta in sostanza di un pensiero che vuole sottoporre a indagine tutte le
affermazioni prive di fondamento realistico. Se affermo per esempio che dietro
i terremoti c’è la collera di qualche Dio, questo non può essere dimostrato
vero. Ma lo stesso succede se credo che Dio sia apparso su questa Terra sotto
forma di uomo, che sia morto e che infine sia resuscitato. Siamo nel pensiero
mitologico, non nel pensiero critico.
Il problema è che il pensiero mitologico
non è mai morto e continua ad albergare nelle menti degli uomini privi di
cultura e di senso critico.
Oggi poi, in tempi di internet,
assistiamo all’espansione della mistificazione, in cui si fanno affermazioni
del tutto false ma ingannevoli, rivolte a persone che non hanno la capacità di
pensare con la propria testa. La pubblicità e la politica ne fanno un grande
uso. Si mitizza, si idealizza, si inganna, si creano idoli di cartapesta, si fa
credere vero quello che vero non è.
Nel gran calderone dei mass media, la
verità e la falsificazione si alternano di continuo. È dunque necessario diffondere
un tipo di pensiero che metta in dubbio ogni affermazione e ogni certezza non
verificata. Anche la meditazione opera in tal senso, ma a un livello ancora più
profondo. Qui vengono messe in dubbio certezze consolidate su ciò che siamo.
Qual è la nostra vera identità? Quella
che abbiamo ricevuto dai genitori e dalla cultura in senso lato, o un’altra che
sta oltre tali identificazioni?
C’è qualcosa oltre la mia
identificazione con questo corpo e con questa mente? E posso verificarlo?
La sfida è questa ed è chiaro che pochi
possano affrontarla. Bisogna sottoporre a critica tutte le opinioni e le
convinzioni, anche su ciò che veramente siamo. La meta, però, è accedere a
nuove dimensioni dell’essere.
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