Se
desideri qualcosa non puoi essere felice finché non l’avrai ottenuta. Ma poi,
quando l’avrai ottenuta, sarai di nuovo infelice, perché l’appagamento ottenuto
non può durare e sarà comunque inferiore a quello sognato. Quindi ti rimetterai
a desiderare… qualcosa di più, qualcosa di meglio o qualcosa di diverso.
Insomma il meccanismo cosmico è fondato
sull’insoddisfazione. E non c’è nulla che possa renderti permanentemente
soddisfatto. Se non altro perché tutto cambia, anche i tuoi stati.
Non si può placare la fame con un unico
pasto. La placherai per un po’, ma poi ritornerà a farsi sentire.
D’altronde, un mondo senza fame, cioè
divenire, sarebbe peggio del nulla. Tutto sarebbe immobile, eterno ma morto.
Dire però che non si può placare a lungo
un desiderio è come dire che non si può non soffrire. Non c’è quindi modo di
sfuggire a lungo alla sofferenza.
Non sappiamo che abbia creato questo
meccanismo infernale. Ma certo non un Dio che sia solo amore, bontà e pace.
Dunque, per non incolpare nessuno,
meglio pensare che il tutto nasca, come dicono i fisici, da una fluttuazione
del vuoto. Allora si capiscono tante cose. Se invece crediamo che il mondo sia
stato creato da un Dio buono, non si capisce più nulla – i conti non tornano.
I nostri preti devono sempre farci
sentire in colpa, dei peccatori… per giustificare il mondo in cui viviamo. La
colpa deve essere nostra. Hanno perfino inventato il mito del peccato originale
per spiegare come mai, a fronte di un Creatore tanto buono, l’universo sia così
feroce.
Tutto pur di nascondere che il vero
colpevole è proprio la Fonte.
Il peccato originale è proprio il vizio
originale della Causa prima.
Decidete voi se è il Dio in cui credete
o qualcosa di molto più spietato.
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