martedì 27 agosto 2019

La nuova concezione di Dio


L'idea che esista un Dio che se ne sta "in cielo", al di sopra del cosmo, è ancora un vecchio modo di vedere legato alle antiche concezioni pagane degli dei. Il fedele prega Dio credendolo lassù, in alto, al di sopra di sé e del mondo, in un aldilà. L'uomo è "aldiqua" e Dio è "aldilà": tipico dualismo mentale, come se "aldiqua" e "aldilà" fossero separati e distinti. Ma si tratta di due facce di un'unica medaglia, di un dualismo creato dalla mente, la quale, per conoscere, deve dividere e contrapporre.
       Che cosa c'era prima che Dio "creasse" il mondo? Ovviamente, niente. Il Vuoto. Perché lo spazio e il tempo non esistevano.
Non ha senso credere che esistesse un Dio che solo soletto. E, adesso, non esiste un "cielo" al di sopra del mondo, perché non c'è un al di là o un al di fuori del cosmo.
       "Prima" non c'era nulla, ossia c'era il Vuoto. Poi, per un sussulto quantico, è nato l'essere.
       Dio è Energia evolutiva che non è separata dal cosmo, ma che ne è il motore.
       Perfino il mito cristiano lo dice. Dio entra nel mondo per sacrificarsi e morire. Muore nel senso che si scioglie nel mondo; è il cosmo, è l'universo intero, al di fuori del quale non c'è nulla.
       Quindi non ha più senso pregare un Dio in cielo. Alla preghiera va sostituita la meditazione, come capacità di scoprire in sé questa Energia evolutiva, come capacità del "frammento" o della “scintilla” individuale di riscoprire il Tutto, ovvero il Divino che è dappertutto.
       Sollevate una pietra, dice il Vangelo gnostico di Tomaso, e là troverete Dio; spezzate un pezzo di legno, e là è Dio. Più chiaro di così...

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