martedì 6 agosto 2019

Attacchi di rabbia


Che dire dell’uomo che, dopo una lite in discoteca a Curno, ha inseguito due ragazzi in Vespa e li ha tamponati, facendoli cadere e infine morire? Ora potrà sostenere che non era sua intenzione ucciderli. Ma non è vero. Voleva ucciderli. Così come vuole uccidere chiunque sia in preda a una rabbia furiosa, una rabbia senza autoconsapevolezza e autocontrollo.
Perché il problema è tutto qui: il controllo della rabbia. Qualcosa che non fa parte della nostra educazione. Abbiamo esempi orripilanti in televisione, dove individui in preda a una rabbia incontenibile, dicono e fanno cose incredibili; e vengono esibiti con soddisfazione dai conduttori perché fanno salire gli ascolti.
Tutti sappiamo che, basta anche una banale lite stradale per veder uscire energumeni pronti a picchiare o a uccidere. Sono in preda a un attacco di rabbia che fa loro perdere il lume della ragione.
Eppure nessuno pensa di introdurre nelle scuole un’educazione al controllo della rabbia. Basterebbe solo utilizzare le tecniche di meditazione che ci addestrano a diventare consapevoli dei nostri impulsi. Ma il problema è che noi viviamo nella società dello stordimento, non della consapevolezza.

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