“In God we trust: noi crediamo in Dio”…così
è stampato sui dollari americani. Questo significa che gli americani che
stampano dollari e dominano il mondo con le loro ricchezze e i loro eserciti
pensano di esercitare il loro imperialismo in nome di Dio, protetti da Dio.
Sul “Fatto Quotidiano”, Mauro Armanino,
che si definisce missionario, confuta questa appropriazione americana del
favore divino e ricorda l’oppressione, lo sfruttamento e le guerre scatenate
dagli Stati Uniti. E cita l’immagine fornita da Gesù di un Dio che invece
proteggerebbe i miti e i poveri.
Ma forse gli americani hanno visto
giusto. Sono i ricchi e i potenti che godono del favore divino, non i poveri e
i deboli. È Gesù che si è sbagliato. È lui che ha perso.
Se ci fosse un Dio, quale altro strumento
avremmo per misurare la sua protezione se non il potere, la ricchezza e le
fortune che certi uomini hanno qui sulla Terra?
Gesù sovverte la logica e l’esperienza
di noi tutti. Da uomo povero, appare chiaramente invidioso. Dice che nell’aldilà
avverrà il contrario di ciò che constatiamo in questo mondo. Purtroppo non può
darci nessuna prova che questo sia vero.
Ciò che verifichiamo è che i ricchi e i
potenti dominano la Terra e che, se c’è qualcuno che gode del favore divino,
sono proprio loro. Se poi vogliamo sognare il contrario, liberi di farlo. Ma ci
sfuggirà la realtà.
Se il dollaro domina il mondo, è logico
credere che Dio stia dalla sua parte. La disparità delle ricchezze, così come
la disparità dei destini, è voluta da un’Autorità superiore.
Certo, se anche questo Dio non è che un’illusione
umana, allora il povero ha diritto di ribellarsi. L’ingiustizia umana può
essere davvero sovvertita.
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