“Nulla
si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”: questa legge della meccanica
classica è anche la legge del divenire. Il che significa che non c’è inizio e
non c’è fine, ma un passaggio continuo da uno stato all’altro. Noi siamo qui
perché i nostri genitori ci hanno messo al mondo, perché anche loro sono stati
messi al mondo da altri genitori, i quali a loro volta… possiamo andare
indietro fino ad Adamo ed Eva, e poi raggiungere le scimmie, e poi gli anfibi,
i pesci… i primi vertebrati, le prime cellule, i primi costituenti, e così via
fino al grande ma fecondo vuoto da cui proviene tutto, senza inizio e senza
tempo.
Quindi
tutto ci autorizza ad andare avanti passando da una trasformazione all’altra. Perché
mai le trasformazioni dovrebbero essere finite? Usciamo dal senza tempo e
procediamo fino all’infinito. La legge resta sempre valida. Muore questa o
quella vita, questa o quella configurazione, ma il nostro divenire non si ferma
certo qui.
Se
non ci identifichiamo troppo con “nome e forma”, andremo avanti sotto altre
forme e nomi. La vita è infinita per chi sa distaccarsi. Cambiamo solo il
vestito.
E
non c’è bisogno di nessun creatore primo. Il tutto si crea accadendo.
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