Tutti
sappiamo in quali disastri finiscano tanti matrimoni. L'amore dura un po' e poi
si trasforma in delusione e sofferenza. Perché? Perché noi avevamo la pretesa
che quella relazione ci assicurasse conforto, sicurezza e felicità, e che ci
facesse uscire da uno stato di solitudine o di insoddisfazione. Avevamo la
pretesa che l'altro fosse fatto in un certo modo e che ci aiutasse e si
prendesse cura di noi in un certo modo. Ma quando poi il partner non ha
risposto a queste aspettative e si rivelato diverso dalla fantasia che ci
eravamo fatti, ecco la delusione.
Anche se non sorgessero contrasti
nella coppia, ci sarebbe comunque la delusione. Perché ci si accorgerebbe che
non è possibile raggiungere la fusione agognata nella fase di innamoramento,
che ognuno resta desolatamente isolato.
In realtà, nessun altro è in grado
di darci quella sicurezza, quella serenità e quell'equilibrio che ognuno di noi
deve conquistarsi da solo. Aspettarsi che sia un altro ad assicurarci
l'equilibrio o la felicità di stare al mondo significa partire con il piede
sbagliato.
Se la nostra felicità derivasse da
un altro, in un attimo potrebbe essere distrutta. Se invece ci assicuriamo la
serenità compiendo un lavoro su di noi, chi ce la potrà portar via?
Se il problema è nostro, è
un'utopia credere che possa essere risolto da un'altra persona.
Dobbiamo affrontare e risolvere da
soli, con un'osservazione continua, le nostre paure e le nostre insicurezze
fondamentali, il nostro dolore non risanato.
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