Da
come si formula la domanda, c'è la risposta. Infatti, la domanda "chi ha
creato il mondo?" presuppone già che ci sia Qualcuno che lo ha creato o
che non lo ha creato. Ma se uno dice anche di non credere in Dio - partendo
però dall'idea precostituita di Dio - in realtà crede a un Dio che non c'è,
crede che quell’idea di Dio non corrisponda a nulla. Questo è l'ateismo
moderno.
Lo stesso per la domanda "qual è
l'origine del mondo?" Presuppone già che ci sia o non ci sia un'Origine.
La domanda viene pensata a partire da quell'idea di Origine.
Così non va bene. Partiamo piuttosto
da... nessuna idea preconcetta!
Siamo capaci di partire da questa
posizione? Pensare a partire dal vuoto della mente? Solo in tal modo possiamo
formulare una domanda che contempli risposte diverse dal dualismo precedente,
cioè non condizionate.
Siamo capaci di spazzar via, anche per
pochi secondi, tutta la filosofia, tutta la teologia, tutta la religione, tutte
le idee precedentemente accumulate?
Se non ne siamo capaci, ci limiteremo a
rimasticare vecchie idee, trite e ritrite.
Questo è successo per esempio nella
fisica quantistica e, prima ancora, nel taoismo e in certe correnti del
Buddhismo. Si è scoperto infatti che in origine c’è un grande Vuoto, una
immensa Vacuità, da cui si origina a un certo punto, non per un intervento
divino, l’intero processo creativo.
Comunque, quanta distanza ci può essere
tra le vecchie concezioni di un Dio antropomorfo delle antiche religioni o del
cristianesimo (che lo immagina addirittura sotto forma di uomo) e le altre
concezioni, antiche e moderne. Tutto sommato, sono più autentiche le idee di
chi pensa che di Dio non si possa dire nulla e non si possa immaginare nulla. Tutt’al
più si può dire ciò che non è. Questo
è già più onesto.
Se Dio è trascendenza, come può essere definito
dalle nostre misere parole dualistiche?
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