Il
ricorso a una figura mitologica (Dio) per spiegare l’origine del mondo è stata
chiaramente smentita dalla fisica moderna, la quale ha dimostrato che
all’inizio si trova un immenso vuoto, da cui emerge una fluttuazione
quantistica che dà origine all’universo. Non c’è dunque bisogno di un Creatore
primo, tanto più che il cosmo ha evidenti difetti che sarebbero inspiegabili nell’ipotesi di un Dio perfetto.
Il
mondo si è fatto da sé ed ha bisogno di un osservatore, ossia di essere
cosciente.
Questa
stessa consapevolezza assume semmai le caratteristiche di un Dio emergente, che
si costruisce un po’ alla volta, tra mille errori e esperimenti.
Poiché
questa consapevolezza è presente in noi, spetta agli esseri coscienti il
compito di assumere la guida dell’evoluzione, in modo da renderla meno feroce e
distruttiva.
E,
dato che all’origine c’è un vuoto, è necessario che gli esseri coscienti
sappiano fare il vuoto dentro di sé per ritornare allo stato di “legno grezzo”,
capace di assumere le più diverse configurazioni. Questo è il nostro compito.
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