Se viviamo in un mondo in
continuo mutamento, se tutto è impermanente, è inutile illudersi di ottenere
uno stato di pace che sia stabile e duraturo.
Molti intendono l’illuminazione
come la ricerca di un “centro di gravità permanente”.
In realtà, come cambiano le
condizioni esterne, così cambiano gli stati d’animo interni.
Ma, in mezzo a tutta questa
confusione, qualcosa possiamo non cambiare: la nostra attenzione, la nostra “presenza
mentale” a ciò che di volta in volta accade esternamente e internamente.
C’è dunque un livello
superiore di stabilità, che non ci viene regalato, ma che è proprio il
risultato della pratica della meditazione; un livello che dipende dal nostro
impegno, dal nostro addestramento.
È così che creiamo uno
spazio interiore di testimonianza che può essere salvaguardato in ogni circostanza.
Il corpo e la mente hanno le loro evoluzioni e le loro reazioni, ma noi
costruiamo un punto di osservazione che è in grado di resistere a ogni genere
di ondate.
Nessun commento:
Posta un commento