Quando diciamo che dobbiamo guardare il mondo come un sogno o un
miraggio, non intendiamo negare che abbia una sua consistenza. Piuttosto
intendiamo dire che noi sovrapponiamo continuamente al mondo i nostri pensieri
e i nostri metri di giudizio, con il risultato che vediamo una realtà
completamente deformata.
Ogni tanto, dunque, dovremmo togliere di mezzo la nostra mente
giudicante e metterci a guardare, ascoltare e percepire le cose senza questo
schermo. Anziché costringerle a darci un senso, dovremmo lasciarle essere;
anziché inseguire, dovremmo seguire; anziché colpire la campana per scoprire
che suono emetta, lasciarla risuonare quando il vento la muove.
È questo l’atteggiamento contemplativo di “ascolto”.
Dobbiamo lasciar perdere ogni tanto il nostro bisogno di avere
un risultato, di forzare un senso, di avere il controllo della situazione. Si
tratta non tanto di afferrare le cose con i sensi, quanto di lasciarle venire a
noi, mantenendo la mente il più possibile silenziosa, attenta ed equanime
(neutrale).
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