A volte crediamo che la
meditazione, favorendo la calma e il distacco, dovrebbe liberarci per sempre dalla
tensione, dall’ansia e dalla paura.
Quando perciò avviene
qualcosa che ci riporta a questi stati d’animo, concludiamo che la pratica non
ci è servita a niente.
Ma la meditazione non è né
un tranquillante magico né una forma anestesia e non ci assicura l’invulnerabilità
nei confronti delle emozioni negative.
Semmai è una pratica che ci addestra a
non farci travolgere quando veniamo attaccati dal panico.
Noi non operiamo
direttamente sulle emozioni, ma sulla nostra reazione alle emozioni.
Con la meditazione scopriamo
che possiamo convivere anche con le emozioni negative. Loro svolgono la loro
funzione ad un certo livello, mentre noi dimoriamo ad un altro livello, più
profondo o più elevato.
Vero! La meditazione mi ha insegnato a convivere con le emozioni negative. Oggi non ho più paura di un attacco di panico o di uno stato angoscioso.
RispondiEliminaEttore