Il dolore rivela la propria
funzione quando ci aiuta a prender coscienza di qualcosa che vorremmo evitare,
di qualcosa che in nessun altro modo avremmo capito.
La nostra testa è dura,
molto dura, e per noi è difficile rivedere le nostre convinzioni, i nostri
miti, le nostre fedi, le nostre illusioni. Siamo troppo deboli per riuscire a
sopportare la visione oggettiva della
realtà; cerchiamo in tutti i modi di negarla o di dimenticarla.
Ecco allora che,
inevitabilmente, qualcosa dentro di noi si rompe e ci costringe a guardare.
La migliore misura
preventiva è fare un passo indietro, distaccarci dal dramma della nostra vita
ed osservare la scena come semplici spettatori. Abbandoniamo il bisogno di
controllo, di giudizio, di reazione e di imposizione di una verità o di un
senso.
Rimaniamo al centro calmi,
rilassati e composti.
Il mondo se ne frega delle
nostre illusioni e dei nostri sogni, e va avanti benissimo senza di noi.
La rivelazione parte da qui,
non da qualche dio.
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