Il karma sembra una dottrina
oscura e fatalistica.
Bisogna sentirlo, più che
darne una spiegazione intellettuale.
Noi non ci crediamo. Ma
continuiamo a chiederci: “Perché? Perché proprio a me?”
Cominciamo a riflettere:
capire il karma è assumersi la responsabilità del nostro destino, anziché
delegarla ad un altro Essere.
Qual è il principio del
karma? Che ogni azione lascia una traccia, un seme, che, a suo tempo, darà un
frutto.
Non si tratta però di fare
un calcolo deterministico e meccanicistico. Se uccido una mosca, non vuol dire
che nell’aldilà o in un’altra vita sarò torturato da sciami di mosche.
Ciò che conta sono le
intenzioni profonde. È il complesso delle azioni, delle intenzioni e dei
condizionamenti che determina il mio destino, che forgia il risultato. Ma tutto
è influenzato dal mio grado di consapevolezza. È lui che cambia il karma.
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