La trasformazione interiore,
la conversione, il cambiamento, non avvengono per miracolo divino, ma per il
lavoro che svolgiamo su noi stessi.
Esaminiamo prima noi stessi:
corpo, pensieri, sensazioni, sentimenti, stati d’animo, reazioni, impulsi caratteristici,
ecc.
Poi, osserviamo quanto siamo
soggetti ad avversione, ira, odio, invidia, legami familiari, materialismo,
ignoranza, dogmatismo, insoddisfazione, attaccamento, illusioni, desiderio di
possesso, dipendenza da cose o persone, ecc., e quindi infelicità e sofferenza.
Infine miriamo a sviluppare
qualità (compassione, gioia compartecipe, gentilezza, benevolenza,
non-reattività, sensibilità, ascolto, concentrazione, distacco, equanimità,
ecc.) che fanno emergere il Buddha che è in noi.
Non c’è vera trasformazione
se non c’è presa di coscienza.
Tutto è basato sullo
sviluppo della consapevolezza. A differenza delle religioni teiste che esaltano
solo la sottomissione ad un’autorità esterna e perciò sono inefficaci e
fallite.
Nessun commento:
Posta un commento