Tutti noi ci sentiamo in
certi momenti inadeguati, incapaci, difettosi, schiacciati, indegni, non all’altezza;
e questo ci fa soffrire, ci tormenta, ci fa sentire in ansia e ci crea un
complesso di inferiorità.
Per ovviate a tale
malessere, mettiamo in campo varie strategie: ci diamo da fare per correggere e
migliorare, cerchiamo il successo e la ricchezza, diventiamo arrampicatori
sociali, diamo a vedere di essere forti e sicuri, ci dedichiamo al sostegno e
all’aiuto degli altri, ci chiudiamo come dei ricci per difenderci, ci diamo a
svaghi, divertimenti, avventure, viaggi o sport estremi, cerchiamo di sentirci
speciali, siamo sempre arrabbiati con il mondo, diventiamo conformisti,
difendiamo l’ordine costituito, diventiamo fedeli di qualche religione, di
qualche partito, di qualche associazione o di qualche movimento, sogniamo di
fare la rivoluzione, aspiriamo ad un ordine nuovo, ci sforziamo di essere razionali,
pensiamo che la bontà, il cuore e i sentimenti siano l’unica via, pensiamo che
dobbiamo essere cattivi e spietati, e così via. E, quando non riusciamo a
mettere in atto la nostra strategia, cadiamo in depressione.
È molto importante riuscire
a capire qual è la strategia o le strategie che adottiamo più frequentemente.
Si tratta di schemi che abbiamo messo a punto nel corso degli anni, spesso
inconsciamente, in risposta a determinare circostanze esterne e alle nostre caratteristiche
psicologiche.
Se vogliamo capire chi
siamo, dobbiamo sapere come ci comportiamo abitualmente. Ma, per far questo, non
basta rivolgersi a qualche psicanalista o psicoterapeuta. Dobbiamo osservarci.
Ogni tanto, durante la
giornata, dobbiamo fermarci e rivedere come in un filmato come ci siamo
comportati. Solo noi, infatti, siamo sempre in contatto con noi stessi. Solo
noi possiamo vederci sempre.
Ma dobbiamo essere onesti;
non dobbiamo barare.
L’importante è adottare uno
sguardo introspettivo e retrospettivo. E, una volta identificati gli schemi
ripetitivi, possiamo procedere a cambiarli. Anzi, il riuscire a vederci è già
un cambiamento.
Per cambiare non abbiamo
bisogno di prendere decisioni eroiche e di compiere sforzi immani: ci basta
guardare. Come certe malattie della pelle guariscono se le esponiamo alla luce
del sole, così i difetti del nostro piccolo ego si curano se li sottoponiamo
alla luce della consapevolezza.