lunedì 14 gennaio 2019

Valore e valuta


Un tempo per indicare il valore di un uomo si parlava delle sue qualità, delle sue virtù. Si diceva per esempio che era generoso, che era buono, che era disinteressato, ecc. Oggi il metro di misura è quanto guadagna. Tant'è vero che quando si deve risarcire la morte di qualcuno si fa un calcolo non delle qualità dell'uomo ma di ciò che guadagnava o che avrebbe potuto guadagnare.
Insomma il valore è diventato solo quello del reddito, del denaro. Neppure la modestia è più un valore; ciò che si esalta è il suo contrario: l'arroganza. Ed eccoci al mondo moderno, dove ogni valore è ridotto a pura valuta. Ma, così facendo, anche l'uomo è diventato un numero, una merce, qualcosa da comprare o da vendere, una somma di denaro. Tu quanto vali? Ossia, quanto guadagni?
       Sta a noi riportare i valori al loro contenuto etico, psicologico e spirituale, e cacciare l'economia dall'anima umana.
       Ma è molto difficile, dato che anche le religioni rientrano nella categoria economico-finanziaria. L'aldilà viene visto addirittura come un buon investimento; mi devo comportare in un certo modo in questo mondo per ottenere in cambio qualcosa nell'altro mondo. Si tratta dunque di essere degli accorti investitori.
Leggiamo per esempio le parabole evangeliche dove Dio è paragonato ad un amministratore che chiede conto ai suoi sottoposti di come hanno investito le somme che erano state loro affidate.
       Non c'è niente da fare: se non ci liberiamo delle categorie mentali economiche, vedremo tutto nella loro ottica deformante. Ecco perché le fantasie su paradisi, inferni e purgatori rispondono sempre a questa logica mentale, alla logica terrena della ricompensa, del guadagno, del dare e dell’avere. Ecco perché non riusciamo a pensare alla trascendenza, ossia a qualcosa che sia ad un livello superiore a quello cui siamo abituati nelle nostre società del Dio Denaro.

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