Gli attenti
ottengono l'immortalità; i disattenti sono come già morti - dice il Dhammapada.
Ci siamo dimenticati di queste antiche massime e abbiamo costruito sistemi
sociali basati sulla disattenzione. Pare che ormai l'uomo moderno non possa
rimanere attento per più di pochi minuti. Il risultato è che viviamo come
sonnambuli, senza essere veramente presenti in ciò che facciamo. Siamo
distratti da mille attività e ci sembra così di vivere più intensamente. Ma
possiamo passare davanti a una persona senza neppure vederla, come se non
esistesse.
In realtà perdiamo di vista l'essenza
delle cose e ci sfugge la trama profonda del mondo, degli uomini e di noi
stessi. Siamo confusi: ci muoviamo come automi o marionette.
La meditazione si presenta allora come un
esercizio di attenzione. Perché il mondo, sia quello esteriore sia quello
interiore, è ciò che noi percepiamo, rappresentiamo e interpretiamo.
Stare attenti ci permette di prendere le
distanze dalla nostra mente, di interpretare diversamente o di smettere di
interpretare gli eventi.
Facciamo dunque continui esercizi di
attenzione, non in astratto ma nelle varie situazioni concrete dell'esistenza.
Osserviamo noi stessi, osserviamo le persone; notiamo ciò che gli altri non
vedono. Il tempo è fatto di istanti successivi, e ad ogni istante si apre un
nuovo universo. Sta a noi in quei momenti imboccare una via anziché un'altra.
Provate a girare distratti per la giungla
– quanto durerete?
Tutto avviene nel momento presente -
anche la memoria di eventi passati è qui e ora. E se il tempo è una successione
di istanti, come i fotogrammi di un film, è la nostra mente che lo fa scorrere.
Con l'attenzione possiamo far scorrere la nostra vita in una direzione
piuttosto che in un'altra.
“Esiste la luna
quando nessuna la guarda?” si domandava Einstein.
Se nessuno
la guarda, né essere umano né altro animale, la luna non esiste. Perché è
proprio il guardare, l’osservare che trae dal nulla la cosiddetta realtà. Ma la
realtà in sé non esiste, è vuota di consistenza.
Dunque è
dall’osservazione-attenzione che nascono le cose. Stiamo inoltre attenti a come guardiamo le cose. A un tipo di
osservazione esiste una certa cosa, a un altro tipo di osservazione nasce un’altra
cosa.
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