Lo stato
depressivo è senz'altro normale in un essere cosciente - e sottolineo la parola
"cosciente". Perché essere coscienti significa innanzitutto essere
consapevoli di dover morire e che tutto è destinato a finire. Come non
deprimersi, se ci si pensa? Ed è per questo che ci siamo immaginati fantomatici
aldilà... droghe naturali per tirare avanti.
La
soluzione migliore di questa malattia sarebbe quella di vivere pienamente,
dando fondo a tutte le nostre possibilità, e morendo alla fine "sazi di
anni e di vita". Ma non è così che succede. L'uomo moderno,tranne poche
eccezioni, non riesce a vivere pienamente, perché è troppo condizionato da
divieti e da abitudini sociali che tendono a comprimerlo, a reprimerlo e farne
una pecora ubbidiente. Per questo la depressione si aggrava e sfocia in una
grave malattia, che spesso, sotto una forma o l'altra, lo porta al suicidio.
Esiste
anche un'altra soluzione, molto più radicale, che però comporta un percorso non
comune e un lavoro su di sé cui non siamo abituati. È quella che ci viene dalla
saggezza e dalle filosofie più profonde. Si tratta di raggiungere
l'imperturbabilità, la lucidità, il distacco. Si tratta di eliminare,
attraverso un lungo lavoro su di sé, gli attaccamenti non solo ai beni
materiali, ma anche alle emozioni, alle persone, ai pensieri, alle ambizioni e
anche a se stessi, al nostro stesso sé. In che modo? Osservando appunto, giorno
dopo giorno, come tutte queste cose siano all'origine del nostro stato di
sofferenza.
Noi non sappiamo
farlo perché siamo convinti che rinunciare a tutti questi legami e alle
emozioni sia rinunciare alla vita, sia ridursi ad uno stato vegetale. Ma non è
così. La vera gioia non viene dal tumulto dei sentimenti ma da uno sguardo
limpido e distaccato che sappia andare al di là di tutti i dualismi mentali, il
primo dei quali è vita/morte.
"Una mente
imperturbabile
è ciò che non va più
alla ricerca
né di ciò che è
bene né di ciò che è male."
(Dhammapada)
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