Si sa che tra
le varie aberrazioni delle religioni c'è anche quella di concepire Dio in
termini maschili, un errore macroscopico, tanto più che la trascendenza è molto
più simile a una Fonte, a una Madre o ad un Utero - ciò da cui tutto nasce e
tutto ritorna. Non a caso, un classico cinese molto profondo, il Tao Te
Ching, definisce il Tao come la "madre dell'universo". Anche
certe antiche religioni parlavano della Dea Madre. Poi, con il prevalere delle
qualità maschili e con l'istituzioni delle società patriarcali, Dio fu sentito
come una figura maschile, come un Padre.
Naturalmente, la trascendenza non è né
padre né madre. Ma è indubbio che la mente razionale, con le sue
caratteristiche di durezza e di rigidezza, sembra avere più qualità che
tradizionalmente attribuiamo ai maschi, mentre l'essere di fondo appare più
accogliente, più flessibile, più cedevole e dunque più "materno".
Purtroppo, le donne hanno progressivamente abbandonato le loro qualità
femminili, finendo per adottare il comportamento maschile. Oggi, se esaminiamo
il discorso scritto di un ministro, di un imprenditore o da un operaio, non
riusciamo a distinguere se sia un maschio o una femmina. Tutti hanno
abbracciato la stessa logica, le stesse modalità di pensiero. E l'accoglienza,
l'accettazione, nei maschi e nelle femmine, diventa sempre più difficile, i
rapporti sono sempre più conflittuali o basati su bisogni soltanto fisici.
Tutti dovrebbero sviluppare la qualità
fondamentale dell'accoglienza - di sé (accettarsi così come siamo) e degli
altri (accettarli così come sono). Ma questo è possibile solo a condizione che
si faccia dentro di noi uno spazio sacro, un silenzio profondo, un vuoto di
desideri, una consapevolezza del presente.
Al di là del passato e del futuro, al di
là dei nostri pregi e dei nostri difetti, al di là del maschile e del
femminile, c'è ciò che siamo, l'essere di fondo, che non ha sesso. Questo va
colto e mantenuto vivo dentro di noi.
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