Pare che in America ce
l’abbiano con Cristoforo Colombo, tanto che le sue statue vengono eliminate o
imbrattate di vernice rossa – rossa perché la conquista del Sudamerica fu
sanguinaria. Ma, a parte il fatto che Cristoforo Colombo lavorò al servizio
della Spagna (Isabella la cattolica) e fu sanguinario almeno quanto i suoi contemporanei,
non si vede come queste critiche possano venire da un paese (gli Stati Uniti) che
sterminò i popoli indigeni e trasportò milioni di schiavi negri, trattandoli
più o meno come animali da lavoro. D’altronde gli stessi nativi sudamericani
erano sempre in guerra fra di loro e usavano impalare i nemici e mangiare i
loro cervelli. Non erano società pacifiche.
Era la cultura dell’epoca
che, armata di crocefissi, andava a “convertire” con ogni tipo di violenza i
popoli indigeni, trattati come bestie. A lungo i religiosi disputarono se quei
popoli “selvaggi” possedessero un’anima. Oltre all’avidità e allo sfruttamento,
ci fu dunque anche una motivazione religiosa.
Ma l’abominio peggiore
per i popoli indigeni del Sudamerica fu l’adozione della religione dei
conquistatori che aveva permesso e benedetto il loro genocidio. Oggi, quindi, invece
di prendersela con Colombo, dovrebbero rifiutare proprio la religione di quei
sanguinari conquistatori. Per non parlare della lingua.
Ritrovino le loro radici.
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