Tutti sono in
grado di sperimentare istanti di pace e di gioia, istanti di illuminazione, di
"piccole illuminazioni". Ossia momenti in cui ci si libera della
pesantezza della mente e si percepisce un'esperienza in tutta la sua intensità.
Per esempio, guardare il mare, camminare in un bosco, entrare in una caverna,
contemplare un fiume, assistere a un’eclisse, osservare un panorama montano,
ascoltare un suono inatteso... In Giappone questi istanti di chiara visione si
chiamano satori. Di solito sono esperienze di breve durata e passano
inosservate alla coscienza razionale, che non le riconosce come stati di
illuminazione/liberazione.
Ma in
realtà sono momenti di sospensione della comune attività mentale, dei rapporti
immaginari con il passato e il futuro, della trappola del tempo e una
riscoperta del contatto diretto con qualcosa di reale. L'ego con le sue
rigidità si allontana, la mente con le sue categorie e i suoi giudizi si
arresta, e rimane la realtà, la pura consapevolezza. Quando diventiamo così
intensamente consapevoli da trascendere l'abituale attività mentale, in realtà
non è il nostro ego che diviene consapevole, ma è il nostro intero essere.
Nell'assenza dell'ego-mente c'è la presenza dell'essere. E queste esperienze sono
la prova che l’io può essere trasceso.
Di solito
è l’abitudine che ottunde i nostri sensi. Ma talvolta qualcosa ci stupisce
e ci fa uscire dalla prigione dei pensieri
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