martedì 22 gennaio 2019

Gesù, l'ebreo


Ogni volta che si commemora la Shoah, c'è come un senso di incompletezza: sembra che la persecuzione contro gli ebrei sia nata per caso dalla mente di un folle dittatore. Ma in realtà il folle dittatore aveva preso questa idea da secoli di odio anti-ebraico, alimentato prima dai Vangeli, in cui al popolo ebraico si fa gridare: "Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli" (Matteo 27, 25), e poi da innumerevoli Padri della Chiesa, tra cui alcuni venerati come "santi". Le persecuzioni antiebraiche e i pogrom proseguirono in tutto il Medioevo, provocate proprio dal fanatismo cristiano. E non dimentichiamo che il primo ghetto fu costruito proprio a Venezia, seguito poco dopo dal ghetto di Roma.
       Quando dunque Hitler rispolverò e attuò l'antica idea di annientare gli ebrei, fu l'inconsapevole esecutore del desiderio di distruggere il popolo che aveva rifiutato di riconoscere in Gesù, nell'ebreo Gesù, il Messia. Questo è sempre stato il punto debole del cristianesimo: il fatto cioè che Gesù fosse semplicemente un ebreo che non si sognava minimamente di fondare un'altra religione, un ebreo che non aveva mai disconosciuto la sua religione d'origine. Se non fosse nata una Chiesa, la sua predicazione sarebbe rimasta confinata nell'ambito dei vari filoni dell'ebraismo, che non è mai stato una religione unitaria.
       È da qui che nasce il complesso di inferiorità del cristianesimo, il suo complesso edipico, la volontà di distruggere quel popolo che dimostrava le vere origini storiche e culturali del messaggio di Gesù. Si voleva cancellare in realtà il semplice fatto che Gesù era un ebreo, che il cristianesimo non era una dottrina inusitata, un intervento divino, ma un'interpretazione nuova di una vecchia religione. Si volevano estirpare le radici ebraiche.
       Non a caso, la Chiesa non disse una parola a difesa degli ebrei e benedisse fascismo e nazismo. Se ne stette zitta sperando in cuor suo che il folle dittatore eseguisse quello sporco lavoro che essa aveva iniziato ma che non aveva avuto il coraggio di compiere. Tant'è vero che molti criminali nazisti riuscirono a fuggire all'estero con un passaporto del Vaticano.
       D'altronde, la connessione fra nazifascismo e antisemitismo continua fino ai nostri tempi, in cui esistono ancora gruppi di oltranzisti cristiani che inneggiano al nazifascismo e che non perdono l'occasione per esprimere il loro odio verso gli ebrei.

Nessun commento:

Posta un commento