giovedì 31 gennaio 2019

A favore del relativismo


La Chiesa si è spesso scagliata con parole di fuoco contro il relativismo, ossia contro l'idea che ogni idea sia relativa. Ma, come scrivono Sergio e Beda Romano in La Chiesa contro, Longanesi, 2012, il relativismo "è il solo atteggiamento che permetta di vivere, senza spargere sangue, con chi ha convinzioni diverse dalla nostre". Ed è per questo che oggi il peggior pericolo per la democrazia e la libertà dei popoli viene dall'assolutismo e dal fondamentalismo delle ideologie e delle convinzioni.
       Ha ragione Krishnamurti quando dice che "la forma più alta dell'intelligenza umana è osservare se stessi senza giudizio". È questo atteggiamento che ci permette di avere una mente aperta e di combattere il fanatismo in noi. È inoltre l'unico modo per giungere a una visione chiara e illuminata. Se osserviamo quietamente e con distacco le nostre stesse convinzioni, ci accorgiamo di come siano spesso forme di condizionamento ereditate dal passato. A quel punto siamo in grado di aprire la mente a tutti i punti di vista, a tutte le convinzioni, lasciando cadere l'istinto atavico di combattere chi la pensa diversamente.
       L'osservazione non giudicante, l'essere testimoni delle nostre stesse esperienze e del lavorio della mente, è un momento di grande liberazione, in quanto facciamo un salto fuori dalla mente chiusa e asfittica e ci affacciamo alla mente universale.

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