È vero che
tutti cerchiamo le vette della felicità, ma non dobbiamo dimenticare né
trascurare lo stato quotidiano, il modo in cui ci alziamo al mattino e tiriamo
avanti tutto il giorno: quel livello medio di benessere che ci permette di
vivere bene, al di là degli alti e dei bassi dell'umore.
Sulle
vette saliamo di rado; la maggior parte della nostra vita si svolge ad altezze
inferiori. Lo stesso vale per le nostre speranze su un eventuale aldilà. È
bello pensare al Paradiso, ma è meglio cercare la positività dell'essere nella
vita quotidiana. Tanto più che tutto in un certo senso è contemporaneo e che il
Paradiso (nonché l'Inferno) lo si vede e lo si crea proprio nel momento
presente. Non è qualcosa che ci capiterà senza preavviso, ma è qualcosa che, se
affiniamo la sensibilità, sta già sviluppandosi qui e in questo istante.
Insomma è necessaria una manutenzione
quotidiana dell'anima.
Non ci dimentichiamo in ogni caso che, soprattutto a livello di
sentimenti e di istinti primordiali, noi non siamo affatto liberi. Per esempio,
ci innamoriamo di determinate persone perché siamo condizionati a farlo e
desideriamo accoppiarci non per libera scelta, ma perché il Sistema ci immette nel
sangue determinati ormoni. In tal senso siamo drogati. E, come drogati,
continuiamo a vivere, illudendoci di essere liberi.
Ma, nei rari casi in cui osserviamo
la vita nostra e di tutti in modo distaccato e per così dire oggettivo (cosa
difficile proprio perché siamo soggetti
e vediamo tutto soggettivamente), ci accorgiamo che siamo animali o pupazzi
dominati da forze superiori.
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