La Chiesa si è
spesso scagliata con parole di fuoco contro il relativismo, ossia contro l'idea
che ogni idea sia relativa. Ma, come scrivono Sergio e Beda Romano in La
Chiesa contro, Longanesi, 2012, il relativismo "è il solo
atteggiamento che permetta di vivere, senza spargere sangue, con chi ha
convinzioni diverse dalla nostre". Ed è per questo che oggi il peggior
pericolo per la democrazia e la libertà dei popoli viene dall'assolutismo e dal
fondamentalismo delle ideologie e delle convinzioni.
Ha ragione Krishnamurti quando dice che
"la forma più alta dell'intelligenza umana è osservare se stessi senza
giudizio". È questo atteggiamento che ci permette di avere una mente
aperta e di combattere il fanatismo in noi. È inoltre l'unico modo per giungere
a una visione chiara e illuminata. Se osserviamo quietamente e con distacco le
nostre stesse convinzioni, ci accorgiamo di come siano spesso forme di
condizionamento ereditate dal passato. A quel punto siamo in grado di aprire la
mente a tutti i punti di vista, a tutte le convinzioni, lasciando cadere
l'istinto atavico di combattere chi la pensa diversamente.
L'osservazione non giudicante, l'essere
testimoni delle nostre stesse esperienze e del lavorio della mente, è un
momento di grande liberazione, in quanto facciamo un salto fuori dalla mente
chiusa e asfittica e ci affacciamo alla mente universale.