Se continueremo
a ragionare in termini tradizionali di Dio e dell’anima, non capiremo niente
del mistero che ci avvolge. Sarebbe ora di cambiare le nostre vecchie idee, i
nostri dogmi, le nostre convinzioni che ci hanno portato ad uno stallo
bimillenario. Da quanto tempo gli uomini hanno rinunciato a ripensare questi
concetti? Prevalgono visioni e abitudini secolari, che non ci portano nessuna
chiarezza.
Nella nostra immane decadenza,
continuiamo a utilizzare idee vecchie, che non hanno mai risolto i nostri
dubbi. Perché gli uomini sono così conservatori, perché sono così attaccati a
concetti che sono miti confusi?
Questa
settimana di Natale è un tripudio di rituali, di spettacoli e di idee obsolete,
risalenti a duemila anni fa o alla teologia medievale. D’accordo che l’ignoranza
generale non incoraggia la ricerca, ma dovremmo farlo per la nostra
comprensione, per la nostra intelligenza.
L’unica
cosa che si evolve è la tecnologia, tanto criticata dalla nostra cultura. Ma i prodotti
della tecnologia funzionano e ci sono utili. Invece i prodotti del pensiero
tradizionale non reggono più.
Se
continuiamo a usare il linguaggio dualistico di Dio e Satana, di nascita e di
morte, di aldiqua e di aldilà, di mortalità e di immortalità, siamo come l’asino
che crede di intraprendere nuovi percorsi mentre è legato ad una catena che lo
girare sempre intorno in uno spazio angusto.
Non siamo
fatti per credere sempre alle stesse cose, siamo fatti per pensare e ripensare,
siamo fatti per rinnovare.
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