Ridurre lo stress è
indubbiamente una forma di liberazione… dalla sofferenza. Naturalmente il
termine stress è generico. Indica una tensione/pressione che può derivare da
ansia, paura, odio, rivalità, amore, gelosia, incertezza e tanti altri stati d’animo,
talvolta intrecciati fra loro. Ma, per ridurlo, devi prima renderti conto della
sofferenza che stai sopportando, perché non sempre ne sei consapevole; talvolta
pensi che questo livello di stress sia normale.
Però non è così: prova
a posare uno sguardo il più possibile chiaro e distaccato su te stesso. Devi
riuscire a guardarti come se osservassi un altro. Già questa è una forma di
liberazione – liberazione da quella camicia di forza che è il tuo ego, dall’identificazione
con il tuo ego psicologico e sociale.
Le due funzioni vanno
di pari passo: veder chiaro aiuta la liberazione e la liberazione aiuta a
vedere chiaro. Si innesta un circolo virtuoso. Ma è necessario partire da
qualche parte.
La meditazione serve
proprio a questo scopo. Ti metti seduto e cerchi di percepire il tuo livello di
stress, il tuo grado di tensione/pressione. Così facendo, prendi le distanze e
inizi a ridurre la tensione.
Più prendi le distanze
con questa operazione di auto-osservazione, più riesci a vedere te stesso e il
mondo in modo distaccato. E, se ti guardi in modo distaccato, già incominci a
liberarti dalla tensione e a rilassarti. E, liberandoti dalla tensione e dunque
dall’immedesimazione con il tuo ego, il tuo sguardo si fa più luminoso. Insomma
diventi sempre più illuminato.
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