Non dobbiamo illuderci che la
Forza che ha prodotto il cosmo – che la
si chiami natura, selezione naturale, vita o Dio – faccia sempre il nostro
interesse. Questo è un concetto importantissimo che contrasta le immagini
puerili di un Dio amorevole. Un Dio amorevole non avrebbe fatto un mondo così
feroce, dove la prima legge è divorare gli altri esseri per sopravvivere.
In realtà quella Forza fa il suo interesse, che non sempre coincide
con quello dell’individuo. La Forza vuole che la vita vada avanti a qualunque
costo e si serve dell’individuo, che
quando non è più utile o è troppo debole viene tranquillamente sacrificato.
Siamo dunque strumenti, non soggetti
sovrani. E in ogni momento possiamo essere eliminati, contro la nostra
volontà.
Se assumiamo l’atteggiamento
cristiano “sia fatta non la mia ma la tua volontà” diventiamo gli schiavi
ideali e saremo certamente sacrificati.
La nostra liberazione può allora
essere vista come una ribellione a qualcuno o a qualcosa che ci sovrasta e che
ci impone le sue leggi spietate.
Noi lavoriamo per vivere a più a
lungo possibile (“l’ultimo nemico a essere eliminato sarà la morte”, scrive san
Paolo non capendo che si scaglia contro Dio) e, per farlo, dobbiamo lottare contro la Forza originaria che intendeva
farci vivere pochi anni e basta.
Il progetto divino è un progetto di
sfruttamento dell’uomo. Ma l’uomo cerca di contrastarlo.
Non pregate dunque chi vuole
dominarvi. Lottate per la vostra liberazione rendendovi sempre più autonomi,
sempre più consapevoli. Perderete alla fine, ma intanto avrete dato il vostro
contributo alla lotta contro l’oppressione “divina”.
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