Scriveva il Dalai Lama che,
"per essere veramente felici in modo duraturo è necessario riconoscere
innanzi tutto la realtà della sofferenza. Forse all'inizio è deprimente, ma
alla lunga ci si guadagna" (OM, Mondadori, 2009). E' dunque
necessario partire col piede giusto: non pretendere che un qualsiasi stato
d'animo piacevole sia durevole. Ma poi bisogna intervenire attivamente per
evitare di cadere in balia di stati depressivi o comunque negativi. C'è gente
infatti che - incredibile a dirsi - coltiva con costanza la sofferenza; vuole
in un certo senso soffrire più del necessario.
Bisogna infatti rendersi conto che gran parte della nostra
infelicità nasce dalla mente. Al di là dei desideri fondamentali (il cibo, il
sesso, ecc.), esistono numerosi desideri che sono semplicemente indotti da
ambizioni inutili o sbagliate. Ci sono per esempio persone ricche, che avrebbero
tutto per godersi la vita, ma che sono dominate dalla smania di potere e si
amareggiano la vita tutti i giorni. Sono convinte che la felicità stia nel
potere, nel dominio, nel far fare agli altri quel che vogliono loro.
C'è però una felicità elementare, comune a tutti, al ricco e
al povero, che consiste nell'assaporare la gioia fondamentale del vivere che è
data da cose semplici e alla portata di tutti, come una giornata di sole dopo
un periodo di maltempo, superare una malattia, scampare a un pericolo, essere
sani, un'alba, un tramonto, una pioggia dopo la siccità, amare, crescere,
imparare, leggere un bel libro, vedere un bel film, dormire quando si è
stanchi, bere acqua quando si è assetati, fare un bagno in mare, passeggiare in
un bosco, ecc.
Anche nella meditazione c'è al fondo una felicità: essere
consapevoli di essere. Infatti nella teologia orientale, il principio di tutto
viene definito sat-cit-ananda, ch significa
"essere-coscienza-gioia". Il fondamento è dunque un'inestricabile
connessione tra l'essere, l'essere consapevoli e l'essere felici. L'essere è di
per sé una gioia, e chiunque ne sia consapevole viene investito da questa luce.
Ma è necessario
resettarsi, disfarsi dei desideri inutili, trovare la semplicità e l’essenzialità
e acquisire saggezza.
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