venerdì 7 dicembre 2018

L'esperienza dell'unione universale


Certo, se riuscissimo a fare l’esperienza dell’unione esistente fra noi e gli altri, nonché del fatto che siamo tutti interdipendenti, non saremmo più capaci di far del male, perché sarebbe come se facessimo del male a noi stessi, perché il corpo degli altri sarebbe come un prolungamento del nostro.
È quel che avrebbero voluto i grandi saggi del passato, come Confucio, Buddha e Gesù, con il loro invito a “non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te”. Ma non bastano le parole e le prediche. È l’esperienza la vera intelligenza che può portare ad un simile atteggiamento.
Tuttavia, è a questa esperienza che, paradossalmente, si oppongono i sostenitori di un’anima individuale. Più ti consideri un essere speciale, degno di eternità, più ti distingui e ti dividi.
Non si può fare questa esperienza se non si passa per il non-sé, se non si fa il vuoto di tutto, anche dell’anima.

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