venerdì 14 dicembre 2018

Lo sviluppo della coscienza


Pensiamo a quanto tempo (miliardi di anni) e a quanti sforzi abbia fatto la vita per passare dalle prime forme unicellulari agli organismi più complessi e infine alle piante, agli animali… fino agli esseri umani, dotati di una coscienza più evoluta. Una fatica immensa, costata lotte e sofferenze inenarrabili.
Chiaramente il processo non è finito e deve compiere altri passi. E il passo fondamentale riguarda proprio la coscienza. Che deve essere capace di riflettere sempre di più su se stessa. Esistono molti gradi di coscienza. Troppi uomini sono ancora semplici scimmie un poco più evolute, ma incapaci di riconoscere e di controllare i propri impulsi.
A causa di questa mancanza sono state inventate le religioni e le varie etiche, con un meccanismo di punizioni di tipo esterno, concepito sia a livello sociale sia a livello metafisico. Ma è necessario che il processo di riconoscimento e di controllo sia interiorizzato da tutti e si faccia autocoscienza.
Ma l’azione etica non deve nascere come semplice repressione o autocontrollo. Deve in realtà scaturire da uno sviluppo della consapevolezza conoscitiva. Conoscendo di più, ampliando la conoscenza, si sviluppa la coscienza e quindi l’azione diventa etica.
È dallo sviluppo della coscienza che verrà la soluzione dei nostri problemi (per esempio il cambiamento climatico, la fame nel mondo, le disuguaglianze sociali, ecc.), non dalla coercizione imposta dalla polizia o da un Dio che agirebbe nel migliore dei casi solo in un aldilà.
Noi uomini, però, non possiamo aspettare altri milioni di anni: siamo già ad un punto critico. I migliori devono dunque lavorare a sviluppare direttamente e volontariamente il livello della coscienza.

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