Di solito facciamo coincidere i confini del nostro io con quelli
del nostro corpo. Ma noi siamo in un rapporto di continuo intercambio con ciò
che ci circonda. Per esempio, un suono che parte lontano, fuori di noi, in
realtà entra dentro di noi e fa parte di noi. Lo stesso vale per la visione,
per l’odore e per ogni altra percezione. Anche i sogni e i desideri sono dentro
di noi.
I confini dell’io sono dunque più ampi di quello che
credevamo. Chissà dove iniziano e dove finiscono. Il nostro piccolo essere
sembra essere in un rapporto dinamico con tante cose ed enti – forse tutti.
Se ci mettiamo in meditazione ci accorgiamo ben presto che le
cose stanno proprio così e che ciò che credevamo solido, isolato e confinato
sfuma in una condizione indeterminata.
In certi momenti potremmo anche perdere il senso dell’io. Chi
sono io? E chi se ne frega? Sono quel che sono e anche quel che non conosco. Ma
non per questo smetto di essere. Anzi, sono di più.
Smettiamo di identificarci con la persona descritta dalla
carta d’identità, dissolviamo i confini del nostro ego, apriamoci ad un vuoto
cosmico ed espandiamoci ad un’esperienza di totalità.
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