E'
risaputo che in Italia la religione viene imposta dallo Stato-Chiesa o dalla
Chiesa-Stato sia attraverso i mille finanziamenti diretti e indiretti (l'8 per
mille, assunzione degli insegnanti di religione, erogazioni alle scuole
private, assunzioni di preti nelle Asl, ecc.) sia attraverso l'ora di religione
insegnata nelle scuole pubbliche. E non c'è quasi modo di sfuggire
all'imposizione: chi per esempio destina l'8 per mille allo Stato, in qualche
modo se le vede rigirato alla Chiesa - una truffa bell'e buona, esercitata
congiuntamente da Chiesa e Stato. Ma anche l'insegnamento della religione nelle
scuole pubbliche (già di per sé un'aberrazione) è di fatto un'imposizione, dato
che vengono boicottate o semplicemente trascurate le garanzie previste dalla legge
per chi è esonerato e dovrebbe avere un'ora alternativa. La scuola insomma non
è di tutti - cattolici, musulmani, ebrei, laici, buddhisti, atei, ecc. - ma
solo di qualcuno. Molti insegnanti e genitori si lamentano di questa
situazione. Tuttavia il conformismo degli altri e l'opportunismo dei politici
rendono difficile difendere la laicità dello Stato e della scuola pubblica.
Qualcuno potrebbe dire: chissà come
saranno onesti e retti tutti questi italiani allevati in ogni fase della loro
vita all'ombra dei valori cattolici, chissà come saranno morali tutti questi
politici che sovvenzionano la religione. E, invece, la risposta è sotto i
nostri occhi: il paese più corrotto d'Europa, la classe politica più screditata
d'Europa, fior di farabutti eletti in parlamento, ladri al governo e mafie e
cricche di affaristi dappertutto.
Ma allora perché buttiamo via tanti soldi
per questa religione e per questa Chiesa? Ingenui! Perché così si compra alle
elezioni l'appoggio delle gerarchie vaticane.
Nessun commento:
Posta un commento