lunedì 22 ottobre 2018

La fine del mondo


In ogni epoca c’è sempre qualcuno che parla di fine del mondo e magari tira in ballo le profezie di Nostradamus o quel libro per squilibrati che è l'Apocalisse. E' proprio vero che l'uomo è un animale malato - ma malato di mente! - e basta niente perché riveli la propria malattia.
       Svegliamoci: lasciamo perdere le profezie. La paura che abbiamo è la paura di morire e il nostro pessimismo nasce dal fatto che siamo infelici, che non realizziamo noi stessi. Ma che differenza può esserci tra morire tutti insieme e morire uno alla volta? Non c'è bisogno dei profeti per sapere che per ognuno c'è comunque un'apocalisse: la malattia, la vecchiaia e la morte sono lì per tutti.
       Tutto sommato, se il mondo finisse con un unico botto, ci sarebbero alcuni vantaggi: prima di tutto finirebbe una grande tensione (quella degli esseri viventi che sono costretti ad ammazzarsi a vicenda per sopravvivere) e poi non ci sarebbe più nessuno a piangere gli altri. E infine chi rimpiangerebbe l'umanità?
       Diventiamo piuttosto persone serie. E lottiamo con dignità.

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