Se
c'è un paese che avrebbe bisogno di meditazione, questo è proprio l'Italia - una
nazione che oggi è in preda alla confusione mentale. Ciò che manca in Italia è
proprio una pratica e una spiritualità della consapevolezza. Abbiamo invece una
religione della fede - e si vede.
Dovremmo introdurre nelle scuole lezioni
di consapevolezza e di senso critico, non di religioni della fede. Noi non
abbiamo bisogno di una fede dogmatica, ma di una chiarezza etica, di una
visione limpida e distaccata.
E, invece, di giorno in giorno, si crea
dipendenza e attaccamento (al partito, alla religione, al calcio, alla
televisione, al territorio...), insomma un conformismo che porta solo condizionamento
e caos.
Di che cosa c'è bisogno per meditare?
Incominciamo smettendo di parlare a vanvera - la parola è preziosa e non va
sprecata. Proseguiamo smettendo di ascoltare a caso - i discorsi della gente, i
nostri stessi pensieri, le ciance inutili della televisione e della radio, le
chiacchiere oziose. Cerchiamo durante la giornata periodi di silenzio e di
distacco dalle vicende del mondo. Non sprechiamo energie. Assumiamo una
posizione eretta, ma non rigida. Incrementiamo l'osservazione di noi stessi e
degli altri. Acuiamo la sensibilità. Isoliamo e identifichiamo gli stati
d’animo. Distinguiamo ciò che è essenziale e lasciamo perdere il superfluo.
Percepiamo il nostro centro, calmo. Osserviamo la follia del mondo. Per qualche
momento sentiamoci al di sopra e al di fuori, felici.
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