La
gioia come nuova esperienza del mondo, come illuminazione improvvisa, come
subitanea liberazione, come un farsi strada tra la confusione, l'oscurità e la
sofferenza. La gioia come cessazione delle abituali difficoltà, delle normali
limitazioni e mancanze. La gioia come piccola e fugace illuminazione.
Ma anche il dolore è rivelazione
improvvisa, benché brutale, della realtà del mondo.
D’altronde la gioia non può che nascere dal dolore.
Della
vita
l'essenza è questa -
un'alba di sole
dopo una notte di tempesta.
Quando
saliamo sulla cima di una montagna e da lassù contempliamo un vastissimo
panorama di monti, di valli, di fiumi e di laghi, ci sentiamo prendere da un
misto di sgomento e di stupore. Quanto è grande il mondo, quanto piccoli siamo
noi! Ma a poco a poco il senso di sgomento scompare e resta un sentimento di
vastità e di leggerezza. Le nostre vicende ci sembrano allora piccole e
trascurabili, i nostri conflitti sembrano placarsi, le nostre sofferenze si
attenuano. E veniamo colti dalla gioia. Il motivo di questo stato di benessere
è l'aver ridimensionato il nostro piccolo io, è l'esserci allontanati per un
po' dai nostri soffocanti limiti, dalle nostre contorsioni sentimentali e
mentali.
Anche questa è meditazione.
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